UN GIOIELLO MEDIEVALE
Da Montefalco, Bevagna si raggiunge attraverso la suggestiva strada che da Montepennino si snoda tra i colli vitati. Conserva tuttora assai fedelmente l’assetto urbanistico del periodo romano, e costituisce un gioiello tra i piccoli borghi umbri tutto da scoprire, passeggiando con calma e godendo angoli e scorci che sembrano proiettati in un Medioevo miracolosamente vivo.
Le testimonianze archeologiche emerse dal territorio dell’antica Mevania risalgono all’avanzata Età del Ferro. Secondo alcuni uno stanziamento etrusco – da cui il nome Mefana, proprio di un gentilizio etrusco – avrebbe preceduto l’arrivo degli Umbri. Le prime notizie storiche sono fornite da Tito Livio nella descrizione della conquista romana dell’Umbria. Situata in un fertile territorio alla confluenza dei fiumi Clitunno e Timia, Bevagna fu sede di un importante porto fluviale; dal 220 a.C. il tracciato della consolare via Flaminia ebbe presso Bevagna una delle sue diramazioni più importanti, e la città divenne un ricco e florido centro commerciale. Municipio romano nel 90-89 a.C., venne ascritta alla tribù Emilia.
Decaduta nel tardo impero, Bevagna entrò a far parte della diocesi di Spoleto e quindi del Ducato longobardo di Spoleto nel 597, fino a quando nel 774 Carlo Martello donò alla Chiesa l’intero territorio occupato dai Longobardi. Devastata dalle invasioni barbariche, Bevagna risorse in età comunale, ma data la sua posizione strategica fu lungamente e fortemente contesa da papi e imperatori e subì ripetute distruzioni, fino a ricevere nel 1825 il titolo di città da Leone XII.
Corso Matteotti, sul tracciato dell’antico decumano romano, è ancor oggi la principale via d’accesso alla città che conduce alla sorprendente Piazza Filippo Silvestri, con le sue due chiese romaniche dedicate a S. Michele e S. Silvestro e il Teatro Torti, all’interno del Palazzo dei Consoli. La mattina seguente, ammirate il mosaico delle Terme Romane che, con l’ambulacro del Teatro Romano e l’Edificio Portuale (che anticamente svolgeva la funzione di magazzino commerciale), è tutto ciò che resta della Mevania romana.
Nel pomeriggio, seguendo le indicazioni per Cannara, fermatevi a circa 2 km dal centro di questa località, nei pressi del piccolo Lago Aiso (vedi sotto, pag. 70). Da qui si osserva in tutta la sua tondeggiante mole il Monte Subasio, posto a guardia del- la valle che dette i natali al poeta latino Properzio (I sec. a.C.).
A pochi metri di distanza dal Lago Aiso vi è un’altra risorgiva di pregio naturalistico e archeologico, sul cui fondale è stato rinvenuto un santuario con mosaici romani. Il ritrovamento testimonia la venerazione, in questa zona, di divinità collegate alla richiesta di sanatio (guarigione) da parte dei devoti.