Con i suoi acini di media grandezza e di colore blu-nero, il Sagrantino è una delle uve con il più alto contenuto di polifenoli al mondo tra cui gli antociani, responsabili della colorazione rosso rubino violacea del vino, e i tannini, responsabili della struttura e della tipicità tannica che questo vino ha nel suo DNA.
Tradizionalmente prodotto nella versione passita, nel 1992 il Montefalco Sagrantino ottiene il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, sia per la versione secca che per quella passita. L’areale di produzione del Montefalco Sagrantino DOCG è un’area dal profilo collinare poco distante da Assisi, Foligno, Todi e Spoleto, con altitudini dai 220 e i 472 metri sul livello del mare. Si caratterizza, pur nella sua limitata distensione, in diverse esposizioni e pendenze, con precipitazioni annue medie tra gli 800 e i 1100 mm, e da rare nevicate.
Il vino simbolo di Montefalco e dei colli limitrofi riceve il riconoscimento della DOC il 30 ottobre 1979 e della DOCG il 5 novembre 1992, sotto il nome di Montefalco Sagrantino, segnando due tappe fondamentali nel recente sviluppo del territorio.
CARATTERISTICHE DEL VITIGNO
La maturazione completa dei tannini, dapprima in vigna e poi in cantina, contribuisce a da un lato a creare un ottimo equilibrio e un profumo complesso dato da note fruttate, speziate e tostate, dall’altro ad attenuare la spiccata tannicità.
I suoli del territorio di produzione del Montefalco Sagrantino sono inquadrabili all’interno del sistema di depositi del ramo sud-orientale del bacino del Tevere che occupa la Valle Spoletana, detta oggi anche Valle Umbra (Valli del Topino e del Maroggia).